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SABATO 26 AGOSTO 2017

Di quanto ne avessi sentito parlare eppure non ero mai salito al Grignone per la cresta di Piancaformia, o meglio non l'avevo percorso integralmente se non l'ultima parte dalla bocchetta dei Guzzi in poi.

Così in questi giorni mi è nata l'idea, l'intenzione iniziale era di partire dal Cainallo, ma dato che non mi sembrava abbastanza il dislivello sono partito da Rongio.

É venuta fuori una bella sgambata della lunghezza di 24 Km e 2200 metri di dislivello, la cresta è stata tutto sommato divertente, anche se il percorso è molto più corto devo dire che è stato più gratificante il canalone Porta di qualche giorno fa. Diciamo che la Grignetta è un po' più alpinistica mentre il Grignone è un po' più escursionistico.

L'unico neo è stato la non proprio giornata azzeccata per questo itinerario, soprattutto per il clima caldo e umido, vista la quota di partenza, e il panorama dalla vetta non era bel limpido.

Forse l'autunno è più indicato per questo itinerario.

MERCOLEDÌ 23 AGOSTO 2017

L'idea di salire la Grignetta per il canalone Porta era nella mia testa dal mese scorso quando avevo fatto la traversata delle due Grigne, ma ero indeciso se farlo quest'anno o rimandare al prossimo anno includendolo come itinerario di salita alla Grignetta nel corso della traversata.

Non ho resistito, e visto che siamo ancora in periodo di ferie, ed avendo ancora qualche giorno libero, e visto il meteo favorevole, ne ho approfittato per fare questa gita infrasettimanale.

Molto divertente la salita, una facile salita alpinistica nel vero senso della parola, in quanto nel canale non c'è alcun passaggio attrezzato e l'ambiente è veramente suggestivo.

In più per dare quel qualcosa in più, ho voluto scendere dalla cresta Sinigalia, per dare un carattere più tecnico alla discesa e fare una discesa più divertente rispetto alla più monotona cresta Cermenati.

Sicuramente è fra gli itinerari da ripetere, magari come avevo pensato inizialmente, come salita alla Grignetta nel corso della traversata. Fra le due Grigne c'è da sbizzarrirsi in fatto di sentieri.

GIOVEDÌ 17 AGOSTO 2017

L'itinerario di oggi è stato più che altro esplorativo, da un lato perché non ero mai stato in Val Umbrina, e dall'altro in vista di un itinerario che vorrei mettere in cantiere per la prossima estate, ossia la traversata dalla Cima di Val Umbrina fino al Pizzo Tresero.

L'obiettivo di oggi era di arrivare fino alla Cima di Val Umbrina, ma visto l'orario sono andato oltre arrivando fino alla Cima Villacorna.

Percorso di cresta come quello che ho fatto qualche giorno fa sulle Cime dei Forni, ma per il tratto che percorso, devo dire decisamente più marcato.

Purtroppo la giornata non è stata una splendida giornata di sole, le nubi a coprire giravano qua e là, insomma non c'è stato il cielo limpido di qualche giorno fa.

Al di là dell'aspetto prettamente escursionistico questo itinerario è interessante anche da un punto di vista storico, passando il sentiero in alcuni tratti fra le trincee della grande guerra, filo spinato, perché questa era la prima linea, essendo la cresta il confine fra la Lombardia e il Trentino Alto Adige, ossia fra il regno d'Italia e l'impero austro-ungarico.

MARTEDÌ 15 AGOSTO 2017

La curiosità per questo itinerario è nata lo scorso autunno quando sulla rivista "Orobie" vidi un articolo su questo percorso.

Da allora fu un semplice appunto per l'estate a venire, ma che fini nel dimenticatotio. Ma proprio i giorni scorsi, mi è ritornato in mente questo itinerario, alla ricerca di gite, qualcosa di nuovo e questo faceva proprio al mio caso.

Mai avevo prima di oggi avevo salito la Cima della Manzina e tantomeno le Cime dei Forni.

Dopo aver avuto la conferma della fattibilià del'itinerario, avendo trovato qualche relazione ho deciso di metterlo in cantiere.

Lo possiamo definire un itinerario semi alpinistico, facile dal punto di vista alpinistico ma impegnaativo come itinerario escursionistico, che comunque richiede capacità arrampicatorie su gradi facili (primo grado mai oltre il secondo) e capacità nel ricercare la strada, sempre intuitiva essendeo per cresta.

Alla fine è venuto fuoti un bel giro dallo sviluppo di 19 Km e 1400 metri di dislivello.

Ad accompagnare tutto questo una magnifica giornata di sole.

Cosa desidera di meglio per ferragosto?

DOMENICA 13 AGOSTO 2017

É il Cevedale numero undici, ma è come se fosse la prima volta. Non ero mai salito dal Colle del Pasquale, è un versante di salita poco o per nulla frequentato a scapito della normale dalla vedretta del Cevedale.

Non c'è ghiacciaio, o meglio quel che resta del ghiacciaio delle Rosole è interamente coperto di detriti, poi una volta in cresta ci sono solo un paio di tratti su ghiacciaio, ma è una salita direi decisamente più gratificante, di misto come piace a me, poi a seconda della presenza o meno di neve la salita può risultare più o meno impegnativa.

Rientrando poi per la cresta Ovest ho concatenato anche la salita del Pasquale, per poi proseguire la discesa lunga la cresta SO.

In più a dare un sapore di salita più di ghiaccio che di roccia c'è stata la sbiancata dei giorni scorsi, che in alcuni punti, grazie al vento, ha accumulato fino a 20 centimetri di neve.

SABATO 12 AGOSTO 2017

Chi l'avrebbe mai pensato una settimana fa che quest'oggi avrei detto che sembrava più il 12 settembre che non il 12 agosto. Eppure è vero.

Dopo la perturbazione di ieri pomeriggio/sera oggi sopra i 2600/2700 metri era tutto imbiancato, e pensare che qualche giorno fa hanno chiuso lo sci allo Stelvio.

Essendosi visto ben poco il sole anche il clima è rimasto decisamente fresco, solo in quel di Bormio si è visto un po' di più, ma per il resto molte nuvole poco sole, freddo e anche vento.

LUNEDÌ 7 AGOSTO 2017

Ho voluto ripetere in solitaria, approfittando della finestra di bel tempo della giornata odierna, la cavalcata che avevo effettuato lo scorso anno con Enrico sulle ultime quattro punte dell'itinerario delle tredici cime.

Le condizioni del ghiacciaio si sono rivelate radicalmente mutate, e i segni dell'inverno avaro di precipitazioni e del gran caldo di questi ultimi tempi erano ben evidenti.

Il ghiacciaio di Dosegù si è rivelato un autentico gruviera che mi ha costretto numerose volte a compiere dei grandi aggiramenti per evitare i buchi, e non da ultimo la terminale era molto aperta, ma fortunatamente con un traverso sono riuscito ad aggirarla e ad arrivare al Colle del San Matteo.

L'intenzione di salire il San Matteo c'era, ma appena arrivato all'attacco della cresta, c'era un passaggio che mi piaceva poco che non mi sono fidato ad affrontare da solo, per di più la traccia era stata in parte cancellata dalla leggera nevicata di ieri.
Insomma se fino ad ora la buona sorte mi aveva assistito, non ho voluto tirare troppo la corda e osare... per di più il San Matteo è una vetta che ho salito cinque volte...

Dal colle del San Matteo fino al Tresero, non si presentate sono particolari difficoltà, ed alla fine sono rimasto soddisfatto del mio giro.

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